La funzione dell'ascolto
L’orecchio non è nato solo per udire! Normalmente si focalizza l’attenzione alla funzione dell’udito senza considerare la funzione dell’ascolto e cioè l’innata tendenza di ogni essere a ricercare una risonanza con la vibrazione della Vita.
“È tutto l’essere che ascolta”: l’ascolto è la predisposizione al dialogo e allo scambio con l’ambiente in cui si vive e, proprio in funzione di questo scambio, la natura ha modellato il l’orecchio umano fino a farne uno straordinario sistema, capace di aprire alla consapevolezza e di poterla condividere con gli altri attraverso il linguaggio.
Identiche e immutate da allora, le 36.000 cellule di Corti, proprie del labirinto umano, hanno indotto e invaso un ben più ampio e complesso sistema nervoso, capace di dare consapevolezza a quella risonanza e di poterla condividere con gli altri attraverso il linguaggio.
I cicli d'ascolto (faq)
- Per la cura delle depressioni, delle malattie psicosomatiche e autoimmuni;
- Nelle condizioni di stress, nelle nevrosi, nelle psicosi e nell’autismo;
- Per alleviare il disagio scolastico: le dislessie, i disturbi di apprendimento, i disturbi da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e la balbuzie;
- Per la cura dei disturbi posturali, delle cefalee e dei dolori neurogeni;
- Nella preparazione al parto, per le gravidanze difficili, nel post-partum e nella prematurità;
- Per l’integrazione dell’apprendimento delle lingue straniere, del canto e della musica;
- Nelle imprese, per lo stress lavorativo e la dinamizzazione delle persone.
Adulti, ragazzi e bambini, possono tutti fare dei cicli d’ascolto e trarne beneficio, sia per coadiuvare i propri percorsi di salute che per affrontare al meglio momenti particolari della loro vita. I cicli non sono standardizzati ma sono predisposti in base alle particolari esigenze di ognuno. Dopo un primo test dell’ascolto viene elaborato un programma specifico al termine del quale successivi test aiuteranno alla valutazione dei cambiamenti intercorsi e alle eventuali programmazioni successive.
Dopo un primo test dell’ascolto viene elaborato un programma specifico di trenta ore normalmente svolto in quindici giorni, al termine del quale un successivo test aiuterà nella valutazione dei cambiamenti intercorsi. Dopo circa tre o quattro settimane dalla fine del primo ciclo d’ascolto e dopo un ulteriore test, viene proposto un secondo ciclo più breve (otto giorni) al termine del quale si procederà a una valutazione finale del percorso svolto.
La rieducazione all’ascolto è resa possibile dall’uso dell’orecchio elettronico ideato da Alfred Tomatis. Il suo effetto risulta in una proposta di cambiamento dell’ascolto della persona e ne favorisce una nuova attitudine. L’orecchio elettronico è un simulatore dell’orecchio umano e ha diverse funzioni: sdoppia il suono, regolandolo secondo le esigenze e facendolo “basculare” su una via aerea e su una via ossea con diverse equalizzazioni e con prestabiliti ritardi nei tempi di accesso.
Con l’avvento del digitale l’orecchio elettronico, oltre ad aver migliorato la precisione e la versatilità, permette una più facile gestione dei cicli d’ascolto. Infatti ormai non è più necessario recarsi in un Centro apposito, ma è possibile svolgere i cicli a casa propria, sempre seguendo le indicazioni dell’operatore.
Nei cicli d’ascolto si usa come supporto la musica classica, Bach, Vivaldi, ma soprattutto la musica di Mozart che, più di ogni altra, sembra manifestare un equilibrio armonico fra effetto rilassante e dinamizzante. Ma sono diverse le tracce usate, scelte in base alle diverse fasi del percorso d’ascolto. Oltre alla musica classica vengono per esempio utilizzati anche i canti gregoriani e, per i bambini, anche le filastrocche.
In alcuni casi si ricorre alle sedute “attive”, in cui la persona legge mentre ascolta le tracce sonore e la sua stessa voce, attivando così un controllo audio-vocale e inducendo il sistema nervoso a una migliore gestione delle proprie risorse.
La traccia musicale più potente per ognuno di noi sembra comunque essere la voce materna, quella che per nove mesi è stata l’eco della vita che andava prendendo forma in noi stessi, la nostra principale fonte di sostegno, di rassicurazione e d’amore.
Durante i cicli d’ascolto viene riproposta in una condizione ideale, filtrata a frequenze molto alte, così da non essere distinta dal nostro orecchio, ma tale da essere riconosciuta dal sistema nervoso come veniva percepita durante i nove mesi di gestazione. Questa impronta sonora, più di ogni altra, porterà calma e fiducia nel nostro animo e ci aiuterà a superare le difficoltà che hanno origini profonde.